Retailers pronti ad accelerare gli investimenti in area Omnichannel
Trovare il giusto bilanciamento tra costi, velocità e resilienza.
Planning allocazione e gestione degli stock: la supply chain che veniva letta come centro di costo entra definitivamente nel ruolo di asset strategico.
A seguito del Digital Blast registrato nel 2020 la domanda si è spostata fortemente a vantaggio delle vendite online. Un trend accelerato dalla pandemia ma che non sembra destinato a rallentare nel 2021, di conseguenza è diventata una priorità per i retailer aumentare la velocità e la flessibilità.
Una recente ricerca condotta da Bain & Company® con la partnership di Microsoft® ha messo in evidenza una serie di fenomeni che sono indicatori di un cambiamento radicale delle dinamiche di processo nella gestione della logistica e della supply chain.
Il tessuto industriale italiano esprime in questo ambito un altissimo valore aggiunto, grazie a competenze ed alle capacità artigianali distribuite su di una miriade di piccoli laboratori. Realtà imprenditoriali che collaborano con grandi brand di scala globale ma che non sempre riescono a stare al passo con l’evoluzione tecnologica e con l’innovazione imposta da un mondo che ha spostato il suo asse sul digitale.
In linea generale i team di leadership in ambito Retail stanno iniziando a includere i top manager della supply chain nel processo decisionale strategico, riconoscendo che i dati e le insight sulla catena di fornitura sono vitali per il loro successo aziendale. Delle aziende che hanno riposto al questionario, il 67% si aspetta che le proprie strutture di supply chain forniscano input per la maggior parte o tutte le principali decisioni strategiche, quali il merchandising, le store operation e la strategia di prodotto.
Le aziende nell’industria Fashion&Luxury stanno concentrando gli investimenti in tre aree importanti per rafforzare la velocità e l’agilità della supply chain
– Flexible Operations
– Omnichannel Fulfillment
– Predictive Planning
RFID – Raggiungere il perfetto equilibrio tra flessibilità ed accuratezza
Temera si è fatta promotrice di innovazione primariamente in ambito IoT, ampliando gradualmente il proprio portafoglio soluzioni e valorizzando le competenze acquisite in risposta alle esigenze incontrate nei molteplici progetti conclusi con successo.
La tecnologia RFID è l’elemento che ha contribuito negli ultimi dieci anni a rivoluzionare la metodologia con cui le aziende più evolute organizzano i propri processi, puntando ad ottenere elevati livelli di flessibilità per le operations in ambito manifatturiero contribuendo alla costruzione di supply chain resilienti.
In area logistica l’adozione di RFID porta ad una drammatica accelerazione di alcuni dei più critici processi della distribuzione moderna, e riesce a garantire una riduzione degli errori pur mantenendo le strutture flessibili.
Dopo aver attraversato l’intera catena di valore, è nelle Retail operations dove si riversano i maggiori benefici in termini di ‘responsivness & flexibility’. Il punto vendita oggi giorno non si limita ad essere semplicemente un punto di contatto ‘fisico’ con il consumatore, evolve piuttosto assumendo la forma di vero e proprio ‘hub’ per operazioni omnicanale e peranto deve essere in grado di svolgere un gran numero di funzioni complesse attraverso procedure fluide. Attivtà come la ricezione di merce (inbound) o la spedizione verso altre destinazioni come il rientro in sede ed ancora l’evasione di un ordine proveniente da un canale digitale, non possono più essere eseguite in modo asincrono; l’utilizzo della tecnologia RFID consente di eseguire numerose movimentazioni ed attività complesse mantenendo l’equilibrio perfetto tra velocità di esecuzione ed accuratezza.
Ottenere livelli di stock con accuratezza prossima al 100% è il primo obiettivo cui puntare nel processo di investimento per raggiungere l’eccellenza nella gestione delle dinamiche Omnichannel
OMNICHANNEL FULFILLMENT – trasformare l’azienda per servire il cliente che vuole tutto
Tradizionalmente, i retailer e le società di beni di consumo si affidavano a grandi strutture centralizzate per evadere gli ordini online in modo efficiente, andando a costruire un nuovo ‘silos’ di stock destinato ad adempiere ad un solo specifico scopo. Ben prima della situazione critica rivelata dall’accelerazione digitale nel 2020, molti brand hanno dovuto affrontare una crescente pressione per gestire ed evadere ordini provenienti da più canali digitali con maggior efficenza.
Efficienza che non è solo sinonimo di velocità: ci si aspetta che un sistema di Distributed Order Management sia sufficientemente “innervato” all’interno della struttura aziendale da poter gestire con un elevato grado di autonomia l’instradamento delle richieste dei clienti ottenendo il miglior risultato possibile attraverso la distribuzione del prodotto.
Piuttosto che accentrare fisicamente le giacenze in un unico contenitore, è l’informazione di stock che viene accentrata e su questa si innesta uno strumento sempre più “intelligente” con la capacità di dialogare in modo sinergico con molteplici piattaforme software ed instradare le richieste dei consumatori nel modo più appropriato all’interno dell’ecosistema.
La ricerca di Bain® e Microsoft® e mostra che quasi il 60% dei Retailers prevede ora di incrementare i propri investimenti per aumentare la capacità di più strutture di rispondere alle richieste provenienti dall’attività Omnicanale.
Nel mercato specifico Fashion&Luxury abbiamo assistito alla trasformazione dei punti vendita in mini-hub: questo tipo di evoluzione è avvenuta sia per player fast Fashion come dichiarato da Zara, sia per brand spiccatamente appartenenti al mondo del lusso.
Gli obiettivi degli investimenti vanno nella direzione di re-inventare le dinamiche di replenishment del negozio, spostando l’asse temporale per i cicli di riassortimento merce da giorni a ore, addirittura con consegne multiple nel corso della giornata. Questo significa spedire molto spesso in modo estremamente parcellizzato di modo da coprire con precisione la domanda. Per quanto possa risultare inizialmente complesso, questo processo di trasformazione consente di ridurre livelli di stock impegnati nella sola esposizione e ottimizzare gli spazi per eseguire operazioni di micro-logistica e packing all’interno dei punti vendita.
Attraverso il tag RFID e la sua ‘voce digitale’ i prodotti dialogano in modo interconnesso con le piattaforme. Elevando il livello di intelligenza dell’intero ecosistema.
PREDICTIVE PLANNING – accelerare la resilienza
Per migliorare la resilienza, è necessaria una migliore visibilità dei vincoli presenti nella catena di valore di modo da evidenziare eventuali colli di bottiglia e scoprire come aggirarli. Ciò significa comprendere la domanda dei consumatori in tempo reale e anticipare dove, geograficamente, è probabile che questa si sviluppi.
Alcune realtà nell’industria del lusso stanno realizzando dinamiche di pianificazione predittiva attraverso strumenti di previsione della domanda, con lo scopo di migliorare notevolmente le proprie prestazioni. La combinazione di IoT, grazie all’enorme numero di informazioni generate da tag RFID e sensoristica di vario livello applicabile all’interno dei negozi, assieme all’AI sta dando vita ad una nuova rivoluzionaria metodologia di approccio alla pianificazione del floorset. Nella ricerca menzionata, si riporta come un’azienda Retail che ha investito in progetti di intelligenza artificiale sia stata in grado di stravolgere i risultati operativi per la propria rete vendita: modellando il comportamento dei clienti in ogni negozio, l’azienda è stata in grado di ridurre le condizioni ‘out of stock’ del 30%, abbreviare i cicli di riassortimento, aumentare le vendite e ridurre sprechi e ricorso alle scontistiche. Questi guadagni hanno aumentato la redditività riducendo il fenomeno delle vendite perse e migliorando l’assortimento generale dei prodotti sul punto vendita.
Mentre le aziende Fashion&Luxury e più in generale Retail si sono impegnate a migliorare la resilienza della propria catena del valore, molte devono affrontare una nuova serie di sfide. Ad esempio i commercianti potrebbero opporsi a nuovi modelli decisionali. I loro sistemi di dati potrebbero essere arcaici, rendendo difficile migliorare la visibilità sulla catena di approvvigionamento. I responsabili delle aree merchandising e planning potrebbero aver bisogno di coaching per portare sul tavolo le intuizioni strategiche e i team di leadership dovranno incorporare nuovi set di dati e metriche nel processo decisionale.